Ha senso fare astrofotografia in banda stretta sulle galassie o su altri oggetti che emettono su un ampio spettro?
L’astrofotografia è un hobby entusiasmante per molti appassionati di astronomia e di fotografia, ma come in ogni specialità fotografica ha tante sfaccettature da conoscere. Una di queste riguarda i modi in cui acquisire le immagini, se in banda larga o in banda stretta. In particolare, quando si tratta di fotografare le galassie o altri oggetti astronomici che emettono su un ampio spettro di lunghezze d’onda, di solito non è conveniente utilizzare la tecnica della banda stretta.
La banda stretta utilizza filtri specifici per isolare porzioni precise dello spettro elettromagnetico. Questi filtri bloccano tutte le lunghezze d’onda tranne quelle che si trovano all’interno di una piccola finestra spettrale. Questa finestra poi, a seconda del filtro, può avere una banda più o meno larga espressa in nanometri.
La tecnica della banda stretta è utile per fotografare oggetti celesti che emettono su una gamma di lunghezze d’onda specifica, come le nebulose a emissione. In questi casi, i filtri a banda stretta bloccano la luce indesiderata isolando quella emessa dalle particelle ionizzate presenti nella nebulosa. Tuttavia, quando si tratta di fotografare galassie e altri oggetti celesti che emettono su uno spettro ampio di colori, la tecnica della banda stretta non è generalmente la migliore scelta.
In primo luogo perché se questi oggetti emettono su un’ampia gamma di lunghezze d’onda, utilizzare filtri in banda stretta significa perdere gran parte della luce emessa. E in secondo luogo poiché selezionando soltanto alcuni specifici colori con il filtro, non otterremo mai l’aspetto completo di un oggetto che, come si è detto, ha un’abbondante varietà di emissioni. Otterremo quindi soltanto parte dei colori dell’oggetto.
Un caso particolare che dimostra l’inefficacia della tecnica in banda stretta nella fotografia di galassie è rappresentato da questa fotografia della galassia Triangolo M 33. La fotografia in questione è stata acquisita utilizzando filtri specifici per isolare la luce emessa dall’idrogeno ionizzato H-Alpha e dall’ossigeno ionizzato OIII.
L’immagine evidenzia caratteristiche affascinanti sulla composizione chimica della galassia, mostrando le numerose regioni di gas ionizzato luminose e dettagliate. Tuttavia, non rappresenta in modo accurato l’aspetto complessivo della galassia, che può essere visto soltanto attraverso una tecnica di acquisizione in banda larga.
In banda larga la galassia appare come una vasta e diffusa struttura a spirale, con bracci ben definiti e una vasta regione centrale, ricca di colori e sfumature.
La tecnica in banda larga resta la scelta migliore per fotografare la bellezza e la complessità degli oggetti astronomici che emettono su una moltidudine di lunghezze d’onda.
Nel caso fotografico in esempio, la Galassia Triangolo è probabilmente una delle galassie fotografabili con maggior presenza di zone ionizzate vaste e dettagliate.
Ciò nonostante, i canali in banda stretta saranno utili soltanto per impreziosire una tradizionale ripresa in banda larga, andando a formare come in questo caso un Ha:OIII:LRGB.
Curioso quanto in questo caso l’integrazione di banda stretta riesca a evidenziare meglio le ampie zone nebulari ionizzate della galassia dando loro una struttura e forme precise.
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