Formatore e fotografo professionista specializzato in astrofotografia e fotografia notturna. Nel 2019 premiato in Parlamento per le attività di divulgazione della fotografia astronomica. Lavoro come fotografo e formatore per aziende, professionisti e appassionati.

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Astrofotografia: messa a fuoco, live view e istogramma

Astrofotografia messa a fuoco live view e istogramma

Anche per i vostri primi semplici esperimenti di astrofotografia servirà avere qualche conoscenza base su alcune competenze da applicare sul campo: messa a fuoco in live view, istogramma e utilizzo di un pulsante remoto.

Se possedete una reflex vi sarete probabilmente già preoccupati di impararne l’utilizzo in manuale, comprendendo la relazione tra il tempo di scatto, il diaframma e gli ISO.

Questa relazione è espressa e rappresentata nell’istogramma, un grafico che sarà sempre un importante riferimento in fotografia, grafica e design e che potrebbe diventare il vostro migliore amico. Quindi tanto vale toglierci il dente subito, all’inizio del percorso, anche perché comprendere al meglio le proprietà dell’istogramma vi permetterà di risparmiare moltissimo tempo speso in tentativi di scatto e di post-produzione che potrebbero non darvi il risultato desiderato.

Prima di tutto dove troviamo l’istogramma?

L’istogramma è una rappresentazione grafica dei valori di luminosità di un’immagine, per tanto lo potrete visualizzare nella vostra reflex su ogni fotografia appena scattata. Dovrete accedere alla galleria delle immagini e premere il pulsante (diverso da macchina a macchina) che attiverà la visualizzazione dell’istogramma. Di norma è un pulsante che permette ad ogni pressione di visualizzare a fianco dell’immagine diversi dettagli di scatto, tra i quali, anche l’istogramma.

Nella post-produzione sarà un riferimento altrettanto importante, in Adobe Photoshop, ad esempio, avrete un pannello dedicato all’istogramma e molte funzioni e strumenti che lo utilizzeranno proprio per permettervi di modificare la vostra immagine. In Pixinsight invece sarà proprio attraverso l’istogramma che andrete ad effettuare lo stretch dell’immagine, passando così da una fotografia lineare ad una non lineare.

E se non avete capito una sola parola delle ultime righe, non preoccupatevi, un po’ alla volta spero di riuscire a darvi una visione di insieme che vi permetta di comprendere anche questi termini.

L’istogramma rappresenta graficamente la distribuzione dei pixel sulla nostra immagine in base alle diverse intensità luminose.
Astrofotografia messa a fuoco live view e istogramma

La parte che qui vedete in bianco rappresenta proprio “la popolazione” dei pixel sull’immagine, mentre da sinistra a destra troverete i diversi livelli di luminosità.

Al margine sinistro si troverà il nero 100%, mentre al margine destro si troverà il bianco al 100%. Per arrivare da una parte all’altra si passerà quindi attraverso tutte le diverse intensità, dalle ombre, ai mezzi toni, fino alle luci. Talvolta comprendere il concetto dell’istogramma sembra complicatissimo, ma il mio tentativo è di cercare di semplificare al massimo i concetti per renderli accessibili a chi vuole iniziare un percorso di fotografia astronomica. Se non avete le conoscenze sugli elementi più basilari, una spiegazione comprensibile potrebbe rendervi meglio l’idea, a scapito di qualche necessaria semplificazione che i più esperti sapranno riconoscere.

Per questa ragione vi basti sapere questo: se il disegno che rappresenta la distribuzione dei vostri pixel inizia e finisce prima del termine del riquadro del grafico, facendo quindi terminare alla base i suoi estremi sia nella parte di destra che nella parte di sinistra, allora avrete raccolto tutte le differenti intensità luminose presenti sulla scena.

Mi spiego meglio con alcune figure.

Astrofotografia messa a fuoco live view e istogramma

Nell’immagine il disegno che rappresenta i vostri pixel è interrotto nella parte di sinistra. Il grafico cioè termina prima che la forma contenente i pixel possa abbassarsi fino a concludersi a terra (a y zero, per intenderci).

In questa fotografia state sottoesponendo, state “bruciando” le ombre, non state raccogliendo tutte le differenti tonalità scure sulla vostra scena perché dal punto il cui il disegno si interrompe in poi, tutte le sfumature saranno visualizzate sulla vostra fotografia con un nero al 100%.

Astrofotografia messa a fuoco live view e istogramma

Nella seconda immagine il disegno che contiene i pixel viene interrotto nella parte di destra. In questo caso state sovraesponendo, bruciando le luci e quindi mettendo a bianco 100% una serie di sfumature che sulla vostra scena sarebbero presenti, ma che nella vostra immagine appariranno come una zona bruciata di colore bianco al 100%, senza mostrare alcuna sfumatura.

Questi problemi si verificano anche negli scatti diurni se utilizzate la reflex in manuale e da qui la necessità di imparare la relazione tra il tempo di scatto, il diaframma e gli ISO. Variando queste impostazioni cambierete la quantità di luce raccolta nel vostro scatto e quindi di conseguenza l’istogramma.

L’istogramma non è altro che una rappresentazione oggettiva della luce sulla vostra fotografia.

Oggettiva perché specialmente di giorno non basta visualizzare l’ultima fotografia sullo schermo della reflex per poterla valutare. L’illuminazione circostante potrebbe impedirvi di valutarla bene e lo schermo stesso ha un’intensità di retroilluminazione personalizzabile. Avrete bisogno di uno strumento oggettivo e affidabile per capire se i tempi di scatto, o gli ISO, sono corretti, e l’istogramma è proprio questo.

Se guardando l’istogramma di uno scatto appena realizzato vi accorgete che le ombre sono bruciate, saprete che dovrete aumentare la luce in ingresso, alzando i tempi di scatto, mettendo un rapporto focale più rapido o alzando gli ISO. Se noterete invece le luci bruciate saprete che la luce in ingresso è troppa, potrete ridurre gli ISO, impostare un diaframma più lento o abbassare il tempo.

Se questi concetti vi suonano del tutto incomprensibili fareste bene ad approfondirli prima di avvicinarvi alla fotografia notturna. Questa forma di fotografia è straordinaria e, credetemi, assolutamente accessibile a chi non ne sa nulla… o quasi. È preferibile avere una minima conoscenza di base sulla fotografia tradizionale. Nessun grande studio, solo padroneggiare l’utilizzo manuale di una reflex, che prevederà obbligatoriamente la comprensione dell’istogramma.

Nello specifico degli scatti notturni, specialmente quelli senza panorama terreste e rivolti esclusivamente al cielo, l’istogramma il più delle volte avrà un aspetto di questo tipo:

Astrofotografia messa a fuoco live view e istogramma

Con una concentrazione pressoché totale dei pixel, e quindi dei toni di luminosità, nella parte di sinistra dell’immagine, relativa quindi a sfumature particolarmente scure.

Se state bruciando le luci in uno scatto notturno siete completamente fuori strada e non faticherete ad accorgervene, invece in molti altri casi si rischia di sottoesporre, non accorgendosi che il nostro istogramma viene tagliato a sinistra. Assicuratevi quindi, durante gli scatti di prova, per trovare le giuste impostazioni di scatto, di ottenere un corretto istogramma prestando attenzione soprattutto alla parte di sinistra.

Vi consiglio in particolare di trovare un’esposizione che vi mostri a sinistra la conclusione a y zero dei vostri pixel e lasciando poi anche un piccolo spazio vuoto prima della fine del grafico. Una leggera sovraesposizione quindi.

Perché sovraesporre? Mi tengo un po’ di margine che mi permetterà di assicurarmi di aver raccolto tutte le sfumature scure presenti sulla scena, anche se in realtà ci sono motivi più articolati nella astrofotografia deep-sky, ma lo vedremo a tempo debito. Non esagerate con la sovraesposizione chiaramente, personalmente vi consiglio di staccare l’istogramma da sinistra più o meno come nell’immagine qui sopra. Ricordatevi sempre che aumentare l’esposizione significa anche bruciare ulteriormente le stelle. Le stelle sulla vostra reflex appariranno sempre un po’ bruciate, se ci pensate emettono moltissima luce e mentre voi calibrate l’istogramma per raccogliere le sfumature scure del fondo cielo e di oggetti deboli dovete ricordare che otterrete scatti ben più lunghi di quelli che servirebbero per esporre correttamente le stelle.

È un problema? Teoricamente si, ma solo la dinamica di alcune camere astronomiche ci permette di contenere meglio questo squilibrio incredibile tra la luce fortissima delle stelle e le tonalità estremamente scure del cielo notturno, fatto di nebulose e polveri. La capacità delle comuni reflex di esporre correttamente oggetti presenti sulla stessa scena con enormi differenze di intensità luminosa non è enorme e il più delle volte potremmo trovarci con le stelle (per non parlare di eventuali pianeti del nostro Sistema Solare) completamente bruciate. È una cosa tollerabile che potreste eventualmente tentare di gestire scattando con tempi diversi per sovrapporre in post-produzione gli scatti e andando a recuperare la corretta esposizione sulle stelle più luminose.

Compreso il funzionamento dell’istogramma, che ci permette di trovare le corrette impostazioni di scatto anche di notte, e applicata la regola del 600, avremo altre questioni da affrontare per l’utilizzo notturno della nostra reflex in astrofotografia: la messa a fuoco in live view.

La messa a fuoco.

Ovviamente impostata su manuale, dovrete quindi attivare il live-view, utilizzare tutti gli step di zoom digitale disponibili ed effettuare la messa a fuoco a mano su un oggetto luminoso lontano, che ci assicuri di essere a fuoco infinito.

Non basta girare l’intera messa a fuoco del nostro obiettivo fino al simbolo infinito. Quante volte ve lo avranno detto? La messa a fuoco ad infinito si ottiene girando tutta la ghiera e poi tornando “un po’ indietro”, appena appena. Solo che se abbiamo l’obiettivo di mettere a fuoco piccoli puntini luminosi distribuiti su un fondo nero sarà necessario essere ben più precisi di così. Con il live-view e la reflex ben salda sul cavalletto, potremo puntare qualche luce artificiale molto lontana o un corpo celeste particolarmente luminoso, come un pianeta o una stella. Qualcosa insomma che sia ben visibile in live-view e su cui andremo a zoomare al massimo consentito dagli step digitali.

Attenzione, non dovrete zoomare aumentando la focale dell’obiettivo, ma soltanto utilizzando lo zoom digitale del live-view.

A questo punto il vostro scopo sarà di ottenere la stella più piccola possibile, perché sia in intrafocale che in extrafocale la dimensione della sorgente luminosa tenderà ad allargarsi, anche nel caso quindi che abbiate puntato una luce artificiale lontana.

Qualcuno vi consiglierà anche di fare la messa a fuoco di giorno ed eventualmente bloccare con un pezzetto di nastro di carta la ghiera della messa a fuoco. Personalmente non mi fiderei sapendo di dover posizionare la macchina, muoverla e magari farle subire qualche piccola vibrazione per poter inquadrare il soggetto scelto. Il dubbio mi porterebbe comunque ad inquadrare una stella e a muovere la ghiera per assicurarmi di avere la messa a fuoco più precisa possibile.

Se abbiamo a disposizione pochi secondi per raccogliere i flebili dettagli del cielo stellato, è importante essere accurati nella preparazione ed eliminare gli errori e le imprecisioni che possiamo gestire.

In ultimo, batterie e telecomandi esterni: due accessori essenziali per non tornare a casa a mani vuote. Se internamente alla reflex non potete gestire la programmazione di scatti e pause, ed in generale se volete evitare che la pressione di un pulsante possa generare vibrazioni nel vostro scatto, l’utilizzo di un pulsante esterno è inevitabile. Ne troverete di ogni tipo, dai più economici ai più sofisticati. Personalmente ne consumo 2-3 all’anno, acquistando modelli molto economici con filo, per non avere eventuali batterie che possano scaricarsi improvvisamente e sapendo che questi accessori resteranno esposti alle intemperie di ogni stagione.

Sulle batterie la soluzione è abbastanza ovvia: portatevi batterie di ricambio, senza entrare nel dettaglio dei singoli accessori di questo tipo rispetto ai diversi modelli di reflex. Una particolare nota la faremo nella parte dedicata all’astrofotografia deep-sky, dove acquistare una finta batteria dalla quale esce un cavo che permetterà di alimentare la vostra reflex a corrente, potrà essere un vero toccasana per il vostro setup.

Trovate due filmati sul mio canale di astrofotografia dedicati a messa a fuoco, live view e istogramma:

Astrofotografia: messa a fuoco, live view e istogramma.


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