Parliamo di evoluzione moderna dell’astrofotografia amatoriale con la Nebulosa Manubrio M27, un target classico dell’astrofotografia deep sky estiva. La Nebulosa Manubrio, conosciuta come M27, è stata la prima nebulosa planetaria scoperta da Charles Messier nel 1764. Si trova nella costellazione della Volpetta, a circa 1360 anni luce di distanza, ed è caratterizzata da due lobi di gas luminosi che ricordano un manubrio, materiale espulso da una stella ormai divenuta una nana bianca.
Per me è un oggetto speciale: nel 2015 la fotografai per la prima volta con un telescopio Newton e una reflex non modificata, ottenendo risultati che allora sembravano un traguardo. Negli anni successivi, passo dopo passo, ho seguito l’evoluzione dell’astrofotografia: la modifica delle reflex, l’uso dei filtri a banda stretta, l’arrivo delle CMOS raffreddate, il live stacking in diretta, fino ai moderni filtri multibanda che hanno reso tutto più accessibile.
Ogni volta che ho ripreso M27 ho potuto toccare con mano i cambiamenti di questa disciplina, tra critiche, entusiasmi e nuove possibilità. Oggi, con strumenti più sofisticati, ho dedicato quasi 18 ore di integrazione per la mia ultima immagine, realizzata nel mio osservatorio, che rappresenta non solo un risultato tecnico ma il percorso di un’intera evoluzione personale e collettiva.
La storia della Manubrio diventa così anche la storia dell’astrofotografia amatoriale: una disciplina in continuo mutamento, che si rinnova a ogni innovazione, capace di unire la meraviglia del cielo con il viaggio interiore di chi lo osserva.
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