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Astrofotografia sulla Nebulosa Fantasma nel Cefeo Sh2-136

Astrofotografia sulla Nebulosa Fantasma nel Cefeo Sh2-136

La Nebulosa Fantasma nel Cefeo (Sh2-136, Vdb 141) è uno splendido target per astrofotografia, sia a corta focale che a lunga. Si tratta di una nebulosa a riflessione nella costellazione del Cefeo, una nube oscura e densa di polveri che riflette la luce di giovani stelle vicine, senza emettere luce propria. Ho letto questo bellissimo esempio che diceva: come una nebbia illuminata da un lampione.

La nebulosa Fantasma deve il suo nome alla sua forma suggestiva: la polvere e il gas creano figure vagamente antropomorfe, simili a un fantasma. È chiamata anche Spooky Nebula e catalogata anche come Vdb 141. Nelle fotografie la Ghost Nebula appare giallognola o brunastra, poiché riflette come abbiamo detto la luce delle stelle circostanti. A differenza delle nebulose a emissione che appaiono spesso rosse per l’idrogeno ionizzato H-Alpha. Questo oggetto fa parte del complesso del Cepheus Flare. In cielo si trova molto vicino alla nebulosa Iris (NGC 7023), con cui è visibile nello stesso campo se si usano focali più corte.

Vi lascio anche il filmato completo su YouTube su questa sessione fotografica
Astrofotografia sulla Nebulosa Fantasma nel Cefeo Sh2-136.

Quella che vediamo è semplicemente luce stellare riflessa e questa caratteristica determina alcune scelte in fase di scatto utili a ottenere un buon risultato: l’uso di filtri in banda larga e un cielo meno contaminato possibile dall’inquinamento luminoso prodotto dall’uomo, ma vale anche la luce lunare chiaramente.

I filtri in banda larga, sia che si scatti a colori o in monocromatico, lasciano passare l’ampia gamma di lunghezze d’onda dell’intero spettro visibile. Mentre al contrario, i filtri a banda stretta isolano solo pochi nanometri intorno a righe specifiche (come Hα, OIII, SII) e che servono, come abbiamo detto, per oggetti a emissione, nebulose a emissione, planetarie, resti di supernova, e vari altri casi.

Il secondo punto invece, quello dell’inquinamento luminoso, all’osservatorio Carl Sagan presenta qualche problema. Le nebulose a riflessione sono estremamente deboli e diffuse e l’inquinamento luminoso copre facilmente la loro debole luce. In un cielo di città il fondo del cielo si illumina e il segnale della nebulosa finisce sommerso nel rumore, perché quando facciamo deep sky la luce dell’inquinamento luminoso per noi è una fonte di rumore.

In breve le scelte che ho adottato giustificano anche come mai abbia atteso tanti anni per fotografare un oggetto che desidero da tempo fare a lunga focale, ma che fino ad ora non avevo realizzato in dettaglio.

Primo: allungare appunto la focale, ma allargando abbondantemente il diametro. Garantirsi un buon potere risolutivo, una grande raccolta di luce e isolarsi in un piccolo angolo di cielo scegliendo una focale lunga. La prima postazione attualmente utilizza un telescopio RC12’’ ridotto a due metri di focale.

Secondo: scegliere le migliori notti senza Luna e con l’oggetto alto nel cielo.

Terzo: uso di un filtro per la luminanza con delicati ma significativi tagli sulle spettro. Da quando scatto in monocromatico qui, fin dai tempi delle ASI 183 e 1600, uso per la luminanza un filtro L-Pro di Optolong. Non importa la marca, ma importa l’uso di un filtro in banda larga con interruzioni e tagli chirurgicamente scelti per lasciare passare il massimo spettro possibile della luce tranne in corrispondenza dei punti di maggior emissione delle nostre luci artificiali. Non che in quei punti non si trovi comunque anche l’oggetto di profondo cielo, ma si cerca il migliore compromesso per bilanciare il risultato.

A questo punto si integra tanto e si fa una buona selezione dei fotogrammi raccolti prima dello stacking e dopo diverse notti di scatti e un lavoro un po’ certosino per lo sviluppo e la post produzione, sono arrivato all’immagine finale di Sh2-136, il Fantasma del Cefeo.

Vi lascio un link al mio portfolio se volete vedere questa e tante altre immagini: portfolio.

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