Verso la fine di luglio 2021 ho ultimato il montaggio del nuovo setup in osservatorio e ho iniziato i primi esperimenti di astrofotografia dirigendomi con lo Sky-Watcher 300 f/4 sulla nebulosa Crescente NGC 6888.
Il nuovo setup principale dell’osservatorio Carl Sagan, dal quale realizzo la maggior parte delle mie immagini di astrofotografia deep sky, ospita ora anche una EQ8R-Pro e un telescopio newtoniano Sky-Watcher 300/1200 f/4. Per anni ho potuto soltanto sognare attrezzatura del genere e quest’anno finalmente ho realizzato questo sogno.
L’ottimizzazione del setup non è stata scontata. La montatura, temporaneamente sistemata sul suo treppiede ma che presto sarà montata sulla colonna fissa, non ha avuto nessuna difficoltà. Dalle prime prove infatti ha dato prestazioni davvero ottime, considerato il carico attuale di circa 27 kg, su una portata totale ben maggiore. La nuova EQ8R-Pro può ospitare un carico massimo di 50 kg, anche se nel fotografico a lunga posa è consigliabile restare ben al di sotto di questa soglia.
Il telescopio Sky-Watcher 300/1200 f/4
Qualche difficoltà si è presentata con il tubo. Sky-Watcher ha sempre vantato una qualità molto alta dei suoi specchi, confrontati ovviamente al costo con cui propone i suoi tubi finiti. Il compromesso è sicuramente sulla meccanica e l’intubazione, ma in questi anni passati sui diametri inferiori non ho mai avuto particolari problemi. Ho utilizzato i modelli 150/750, 200/800 e 200/1000 per tanto tempo e a ogni eventuale piccola imprecisione o regolazione da fare non ho mai avuto difficoltà a ottimizzare e a risolvere tutto con semplicità. Ho sempre collimato questi tubi con un semplice tappo forato, utile sia per il secondario, sia per il primario e non ho mai avuto problemi evidenti di shift, tilt o flessioni su tubo, specchio primario o focheggiatore.
Con il 300/1200 f/4, che all’apparenza sembra intubato esattamente come i modelli più piccoli a differenza soltanto di una cella leggermente più evoluta, ho invece notato alcuni limiti dovuti probabilmente a un’intubazione sottodimensionata per uno specchio così grande. I miei problemi si sono verificati principalmente sulle molle delle viti di collimazione troppo morbide che facevano muovere lo specchio primario a seconda delle posizioni assunte dal telescopio. Oltre quindi a effetti notevoli di spostamento di campo, avevo cambi evidenti anche di scollimazione.
Ad ogni modo quello che posso dirvi un mese più tardi, e che presto vi racconterò meglio in un filmato, è che lo strumento oggi si comporta in modo perfetto. Senza aver sostituito nessun componente originale, ma soltanto dedicando il tempo necessario a comprendere il problema e a trovare il miglior compromesso, il 300/1200 f/4 oggi fotografa molto bene, mantenendo la sua collimazione e con lo specchio fermo in ogni posizione.
La prima prova fotografica
Durante le prove di regolazione dello specchio ho realizzato svariate immagini, proprio per misurare le conseguenze delle mie regolazioni. Mi ero dato l’obiettivo di raggiungere una perfetta stabilità complessiva del setup con scatti da 1200 secondi.
Per alcune notti quindi ho fatto astrofotografia con lo Sky-Watcher 300 f/4 sulla nebulosa Crescente NGC 6888, un oggetto deep sky meraiglioso, originato da una stella Wolf Reyet chiamata WR 136. L’oggetto aveva un percorso nel cielo perfetto per le prove che mi servivano e ho salvato al termine delle prove 6 immagini H-Alpha 3nm da 1200 secondi e 6 di OIII 3.5nm componendo questo primo bicolor HOO:
Di seguito vi mostro anche il master H-Alpha realizzato, pensate, con ancora il tubo parzialmente scollimato e con i problemi di shift sul primario.
Nonostante alcune difficoltà iniziali, i primi risultati fotografici sono stati comunque emozionanti. Iniziare a scattare con una pupilla da 300 mm è davvero un sogno che si realizza. In quelle notti non sapevo ancora se sarei riuscito a stabilizzare le prestazioni del tubo, ma oggi, sapendo che tutto funziona alla perfezione, posso nuovamente confermarvi l’affidabilità di questi strumenti. Se lo Sky-Watcher 300 f/4 risulta un po’ più complicato da ottimizzare, sono invece rimasto colpito dalle prestazioni della EQ8R-Pro, dove con il multistar di PHD2 guido regolarmente con un errore medio inferiore a 0.4 arcsec/px.
Per ora vi saluto, ma presto quando avrò realizzato il filmato dedicato a questi nuovi strumenti, ve lo includerò qui sotto. Ricordate che nel portfolio fotografico trovate sempre tutte le immagini divise per strumentazione. Lì troverete già da ora tutto il materiale successivamente realizzato con questo telescopio.