Nel mese di giugno 2021 io e Valentina partecipammo ad un bellissimo star party in Umbria sul monte Peglia, dove ci dedicammo a fare astrofotografia sulla nebulosa Proboscide d’Elefante (IC1396) e sull’ammasso TR37.
In quell’occasione, con un cielo straordinario, isolato dalle luci artificiali, provai per la prima volta il nuovo Askar 200 f/4, un’ottica interessante che avevo appena ricevuto in prova. Insieme con Valentina, realizzammo in appena 30 minuti di posa questa immagine.
L’integrazione della banda stretta
Rientrati a casa iniziai ad integrare la banda stretta utilizzando dei filtri Antlia da 3 e 3.5 nanometri, con pose piuttosto lunghe nella speranza di compensare almeno in parte una selezione così stretta sullo spettro applicata ad un diametro tanto contenuto. Fortunatamente il sottocampionamento e l’emissione abbondante di questa nebulosa diffusa hanno ugualmente prodotto un buon risultato. Dopo la prima notte di acquisizione H-Alpha ho montato subito un Ha:RGB.
Il montaggio dell’Hubble Palette su IC 1396
Soddisfatto dai risultati in ultra banda stretta nonostante il diametro contenuto, ho continuato aggiungendo una notte di ossigeno doppiamente ionizzato (OIII) e di zolfo ionizzato (SII), potendo così montare prima un bicolor HOO, sommando quindi un canale di idrogeno ionizzato Ha e due di ossigeno OIII, e infine una Hubble Palette SHO, assemblando in linea zolfo, idrogeno e ossigeno.
Facendo astrofotografia sulla nebulosa Proboscide d’Elefante e sull’ammasso TR37 ad una lunghezza focale di 200mm nel vostro campo appariranno tantissimi altri oggetti astronomici, principalmente dal catalogo LDN, il Lynds Catalog of Dark Nebulae, il catalogo di Lynds sulle nebulose oscure pubblicato per la prima volta nel 1962.
Vi mostro un’immagine presa dalla mia galleria su Telescopius per mostrarvi quanti oggetti astronomici si trovino nel campo di questa ripresa:
Consigli fotografici
Vi scrivo proprio nel momento perfetto per fotografare questo oggetto, a circa metà del mese di agosto, quando la nebulosa Proboscide di Elefante culmina poco dopo l’una di notte, offrendovi una finestra ideale per poterla fotografare nelle posizioni più alte dell’anno. Non è un oggetto difficile da fotografare e sarà un ottimo esercizio anche per chi ha appena iniziato a fare astrofotografia. Infatti con una magnitudine di 3.5 e un’estensione angolare notevole, si presta bene a moltissime focali, dai larghi campi che includeranno tutte le principali nebulose oscure circostanti, fino a lunghe focali da dedicare a immagini dettagliate sulla Proboscide.
A seconda del vostro setup potrete fotografarla sia con camere OSC (a colori), con filtri a banda larga se avete un cielo non eccessivamente inquinato, o con filtri multibanda stretta se deciderete di sacrificare i colori delle stelle in favore di un maggior contrasto del gas ionizzato della nebulosa. Nella fotografia con sensori monocromatici potrete ugualmente realizzare scatti in banda larga, con o senza luminanza, o dedicarvi come in questi ultimi esempi fotografici alle composizioni in banda stretta con singoli filtri selettivi.
Su corte focali potreste sotto campionare un po’, nei limiti dell’attrezzatura che avete a disposizione, per favorire il rapporto segnale rumore su zone oscure e diffuse, mentre a lunga focale vi consiglio di scattare nella modalità a basso guadagno della vostra camera CMOS per dedicarvi al meglio a tutte le tonalità più scure che caratterizza la Proboscide.
Note per astrofotografia
Nome: Nebulosa Proboscide di Elefante
Catalogo: IC 1396 / Sh 2-131
Tipologia: nebulosa diffusa a emissione
Periodo per fotografarla dall’Italia: estate (giugno / ottobre)
Lunghezza Focale consigliata rispetto ad un sensore APS-C da 23.6×15.6mm: da 100 mm a 2000 mm
Reflex modificata: SI