Formatore e fotografo professionista specializzato in astrofotografia e fotografia notturna. Nel 2019 premiato in Parlamento per le attività di divulgazione della fotografia astronomica. Lavoro come fotografo e formatore per aziende, professionisti e appassionati.

Luca Fornaciari Fotografia Astrofotografia e formazione Portfolio Fotografico Luca Fornaciari

Astrofotografia a 2000mm con il telescopio Tecnosky GSO RC10

Astrofotografia a 2000mm con il telescopio Tecnosky GSO RC10

In questo articolo, e soprattutto nel filmato, vedrete i miei esperimenti di astrofotografia a 2000mm realizzati con il telescopio Tecnosky GSO RC10.

I Ritchey-Chrétien sono configurazioni ottiche che mi stanno divertendo molto. Offrono lunghe focali con pesi contenuti e campi abbondanti corretti e ben illuminati. Dopo l’esperienza con il Tecnosky RC8 sono passato a scattare con un modello in metallo da 10”.

Iniziando a fotografare a 2000 mm di lunghezza focale, ho alternato camere, modalità binning e tecniche di ripresa per comprendere meglio le scelte necessarie da affrontare con queste ottiche.

Vi lascio prima di tutto al filmato dove troverete la versione integrale del mio racconto:
Astrofotografia a 2000mm con il telescopio Tecnosky GSO RC10

Inizio riassumendovi le caratteristiche tecniche principali dello strumento:

  • Apertura libera: 254mm / 10″
  • Lunghezza focale: 2000 mm
  • Rapporto focale: f/8
  • Specchi Iperbolici al quarzo a bassa espansione termica 
  • Intubazione: in metallo
  • Backfocus da 250 mm dalla culatta posteriore
  • Focheggiatore: Crayford da 3″ con demoltiplica 1:10
  • Peso: 15,7 Kg
  • Diaframmi e opacizzazione interna
  • Campo corretto fino ad APS-C
Prove fotografiche e tecniche di ripresa

Con questa focale mi sono dedicato principalmente a galassie e nebulose planetarie. Approfittando del diametro generoso ho provato non soltanto tecniche tradizionali di acquisizione deep sky con esposizioni lunghe, ma anche live stack su oggetti angolarmente ostici da risolvere.

Queste sono alcune immagini realizzate con pose lunghe, ma potete ritrovare tutte le prove fotografiche suddivise per strumentazione direttamente nel mio portfolio deep sky.

Se fate caso alla prima immagine, la nebulosa Occhio di Gatto, noterete qualche modesto dettaglio nella parte centrale che misura non più di 16 arcsecondi. Per poter registrare un dettaglio così piccolo ho dedicato diverse notti alle acquisizioni live stack con Sharpcap.

Di seguito trovate alcuni rapidi esperimenti realizzati sommando in diretta un segnale complessivo mai superiore a 30-60 minuti.

Difficoltà e caratteristiche della fotografia deep sky a 2000mm

Il primo vantaggio che trovo interessante in questi strumenti è il peso contenuto. Ho potuto gestire in tranquillità una focale notevole (e un diametro abbondante) sulla mia Sky-Watcher AZEQ6-GT.

Il campionamento invece è qualcosa di cui dobbiamo occuparci se fotografiamo con i moderni sensori CMOS per astrofotografia, caratterizzati da fotodiodi singolarmente abbastanza piccoli.

In queste prove fotografiche infatti per garantire un campionamento minimo tra 0.60 e 0.80 arcsec/Pixel (valori già al limite per la turbolenza media del mio cielo), ho scattato con la QHY 268M in modalità binning 2 (poiché monta fotodiodi da 3.75 micron) e con la ASI 2400 in binning 1 (fotodiodi da 5.94 micron).

Se con i tradizionali sensori CCD potremo approfittare della dimensione generalmente maggiore dei fotodiodi, con la maggior parte dei moderni CMOS astronomici sarà necessario mettere in conto prima dell’acquisto di dover lavorare in bin2 riducendo il formato finale dell’immagine.

Ricordatevi che tra i tanti siti che vi mettono a disposizione i moduli di calcolo per il campionamento, li trovate anche qui, potendo mettere in relazione anche il campionamento tra i sistemi di imaging e di guida del vostro setup.

Bilancio tra pregi e difetti dello strumento in uso fotografico

Tra i vantaggi che ritengo più interessanti di questo genere di strumenti (incluso il modello da 8”) ci sono senz’altro peso dell’ottica e stabilità della collimazione e di messa a fuoco. Il peso ci permette di utilizzare montature con portata contenuta, mentre mi ha stupito trovare sia con l’8” che con il 10” una collimazione molto corretta anche dopo la spedizione e il viaggio. Se da una parte sono bastati piccoli ritocchi per ottenere una collimazione soddisfacente, ho anche apprezzato il mantenimento di una buona messa a fuoco durante la notte, tra cambio di temperature e meridian flip, anche su questa versione costruita in metallo. L’RC8 che avevo precedentemente provato era in carbonio, ma con le prestazioni di questa versione da 10” in metallo mi ritengo comunque più che soddisfatto della stabilità.

Uno degli svantaggi di questi strumenti potrebbe essere il focheggiatore direttamente vincolato alla culatta del telescopio. Un eccessivo carico sul focheggiatore quindi potrebbe avere conseguenze negative. In questo RC10 però abbiamo la possibilità di montare degli anelli di prolunga tra la culatta e il focheggiatore, proprio per evitare che il carico posteriore possa generare flessioni indesiderate.

Astrofotografia a 2000mm con il telescopio Tecnosky GSO RC10
Un altro vantaggio invece è il campo corretto abbondante a piena focale, che fino a sensori APS-C non richiederà correttori. Se desideriamo invece montare sensori Full Frame, oppure vogliamo ridurre la focale dello strumento, potremo utilizzare spianatori o riduttore dai quali dovremo poi rispettare un backfocus preciso.

Ho trovato di serie un buon focheggiatore monorail e il sistema di acclimatamento con tre ventole alimentabili con pacco batteria esterno permette di andare in temperatura rapidamente. Lo strumento mi è arrivato con una seconda barra Losmandy superiore dove ho potuto fissare il sistema di guida (Sky-Watcher Evoguide 50 con barlow 2 e ASI 120 mini).

Ringraziando Tecnosky per la prova di questo strumento, lo restituisco con una bella esperienza di astrofotografia deep sky a lunga focale, augurandomi presto di poter acquistare uno strumento simile. Potendolo montare e gestire molto bene sulla mia AZEQ6-GT è probabile che con l’arrivo della nuova EQ8, questo tubo possa diventare lo strumento per la mia seconda postazione fissa. Guardatevi il filmato sopra e se avete dubbi e curiosità pubblicate sul nostro gruppo Facebook Astrofarm. A presto!

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