In questa recensione vi racconto come sono andate le prove della nuova camera astronomica mono QHY268M.
Ricordate sempre che se preferite su YouTube trovate la versione video della recensione:
La QHY268M è una fotocamera CMOS monocromatica retroilluminata e raffreddata con ADC a 16 bit. Monta il sensore Sony IMX571, come l’alternativa ASI 2600MM. Il sensore non ha bisogno di presentazioni, un formato APS-C che con fotodiodi da 3.76 μm e un’efficienza quantica dichiarata al 90%, offre anche un formato finale di immagine da 26 megapixel.
Uno dei vantaggi dei CMOS retroilluminati è l’aumento della full well capacity, particolarmente utile per i sensori con pixel piccoli e un aaumento dell’efficienza quantica. Anche con pixel da 3,76 μm la QHY268M ha una capacità di FWC di 51ke-. Una delle novità poi introdotte di recente da un nuovo preset QHY chiamato 2CMS permette di ottenere una FWC ancora maggiore, dichiarata a 75ke-.
Per chi utilizza software di acquisizione compatibili in modo nativo con QHY, come Sharpcap o NINA, saranno comunque visibili anche altri 3 preset che modificano il funzionamento del sensore per adattarsi meglio alle differenti scene deep sky.
Venendo al rumore di lettura, nella QHY 268 è contenuto e privo di amp glow, rendendo i fotogrammi estremamente puliti. Per gioco ho pubblicato su Facebook una prova di somma con e senza dark, facendo notare come le differenze siano quasi trascurabili (per quanto non rinuncerei mai a questo tipo di scatti di calibrazione).
Avendo in passato già utilizzato parecchio questo sensore, sia in versione colore, sia in versione monocromatica con l’allestimento ZWO, ho pensato per la prova di questa camera di sperimentare scatti meno usuali.
Ho iniziato montando la camera su un Tecnosky RC10 da 2000 mm di focale e scattando in binning 2 sulla galassia Sigaro M 82.
Su questa immagine ne ho approfittato per calcolare la distanza delle piccole galassie presenti nel campo, se siete curiosi di come poterlo riprodurre anche sulle vostre immagini leggete questo articolo.
Successivamente un esperimento simile l’ho condotto sulla galassia Vortice M 51, integrando soltanto 4 ore di luminanza ed ottenendo un segnale notevole per così poca integrazione:
In tutti questi scatti ho realizzato light, dark e flat con un offset ricavato da delle mie prove dirette, senza utilizzare preset. Se vuoi sapere in che modo ricavo il valore di offset leggi qui.
Come ultima prova con questa camera ho optato per una sessione più tradizionale suddivisa in due notti di scatti sullo SkyWatcher 200/800 F/4. Una notte di luminanza e una notte per il colore con i singoli filtri Optolong R, G e B, sul Tripletto del Leone M 66.
La QHY268M incorpora un ottimo sensore CMOS monocromatico per astrofotografia, viene rivenduta con una fornitura completa di accessori per poterla agganciare in qualsiasi configurazione e l’allestimento ha i pregi e i difetti tipici di questo produttore.
Se da una parte la stabilità e la compatibilità software tra i tanti programmi con i quali poter fare astrofotografia deep sky può a volte dare qualche piccola noia, dall’altra parte il case della camera è massiccio, con un sistema di raffreddamento efficace e un hardware anticondensa interno. Ci tengo a precisare che tra tutte le camere QHY provate fino ad ora non ho mai avuto limiti e problemi software che mi abbiano realmente debilitato nell’acquisizione fotografica. Talvolta è utile tentare la reinstallazione di programmi e driver, altre volte restano piccoli limiti (più che altro in compatibilità ASCOM) su specifiche funzioni che non ne impediscono l’utilizzo principale. Questi problemi vengono poi più volte risolti e affrontati o con aggiornamenti ai software di acquisizione, o con nuovi driver prodotti da QHY.
Un’ultima interessante novità di questa camera è la presenza di un nuovo hardware interno come sistema anti-condensa che permette (per ora soltanto tramite il software EZCAP) di poter vedere diversi valori interni legati all’aria e all’umidità presente per poter meglio gestire il dispositivo.
QHY 268M incorpora un sensore CMOS monocromatico per astrofotografia che aggiunge indubbiamente qualcosa di nuovo al mercato: un notevole livello di prestazioni su una fascia di costo intermedia che garantisce interessanti risultati fotografici.
L’allestimento di QHY in questo caso l’ho decisamente preferito agli equivalenti delle altre marche. Ho infatti trovato una migliore gestione dei parametri del sensore, un miglior case, un raffreddamento più efficace e una fornitura completa di accessori, incluso l’alimentatore.
Se avete dubbi o perplessità vi lascio qui il link al sito del produttore per leggere altre informazioni sulla camera.