Diario di bordo dell’astrofotografo, data stellare aprile 2021, appunti di astrofotografia su M51, la galassia Vortice nella costellazione dei Cani da Caccia.
Una delle mie galassie preferite, un oggetto astronomico invitante da fotografare nel “periodo delle galassie” che si ripete ogni primavera, quando l’assenza di grandi nebulose estese nei nostri cieli notturni obbliga gli astrofotografi a sondare il cosmo alla ricerca di altri oggetti deep sky.
Con una dimensione di circa 11.2′ x 6.9′ la galassia Vortice si rende disponibile anche per focali relativamente corte. Con focali dagli 800 mm in su invece ci permetterà di apprezzare un campo ricco di tante altre piccole galassie, che potremo intravedere meglio grazie anche alla notevole elevazione di questo punto di cielo durante la notte, che dalla latitudine del mio osservatorio in provincia di Modena culmina oltre gli 85°.
Diversi anni fa sono partito infatti proprio da quelle piccole galassie lontane che circondano la Vortice, curioso di stimarne la distanza e capire “quanto lontano potesse vedere il mio telescopio dell’epoca”
Ho realizzato questa immagine nel lontano 2015. Potrebbe sembrare ironico chiamarlo lontano, ma soltanto chi ha vissuto questi ultimi 6 anni di astrofotografia amatoriale sa quanto siano cambiate le cose. Oggi diamo per scontato un patrimonio incredibile di informazioni condivise sull’utilizzo di qualsiasi cosa e, agevolati dalle recenti semplificazioni tecnologiche, ci dimentichiamo in fretta di quanto questo genere fotografico sia mutato di recente e di come parte delle cose che oggi diamo per scontato siano tali proprio come frutto di anni di condivisione, di tanto lavoro e di tanta passione.
Se vuoi sapere come farlo ti invito a leggere questo articolo o a guardare il mio filmato su YouTube.
Negli anni successivi ho continuato a fotografarla con diverse camere e differenti ottiche, primo tra tutti lo Sky-Watcher 200/800 con ZWO ASI 294 e 224, tentando un esperimento di fusione tra pose lunghe tradizionali e lucky imaging (live stack) per la parte più dettagliata delle spirali interne alla galassia.
Un ricordo del test di fusione lo trovi in questo filmato.
Successivamente testando la ZWO ASI 533 nell’inverno del 2020 ho realizzato un’altra breve fotografia, con la stessa ottica.
Ed infine, nella primavera del 2021 ho iniziato un lavoro a lunga focale, utilizzando la nuova QHY 268M e un’ottica Tecnosky RC10 da 2000 mm di focale, di cui qui sotto vedete un’anteprima.
L’immagine ad oggi è ancora incompleta, avendo soltanto 100 minuti di luminanza con questo setup e un colore preso da una precedente ripresa. Quando anche questa immagine sarà aggiornata e conclusa, l’articolo sarà prontamente aggiornato e modificato.
Consigli e idee per astrofotografia sulla galassia Vortice M51
Nome: galassia Vortice (Whirlpool Galaxy)
Catalogo: M 51, NGC 5194
Tipologia: galassia
Magnitudine: 8.4
Periodo per fotografarla dall’Italia
Culmina a mezzanotte ai primi di maggio, il periodo per fotografarla va quindi da marzo a giugno.
Lunghezza focale consigliata (riferimento sensore APS-C da 23.6×15.6mm)
Dagli 800 mm in su per vederla di una dimensione soddisfacente e ricca di dettagli. A corte focali invece (dai 350 mm) sarà comunque visibile e ne potremo apprezzare la forma caratteristica.
Reflex modificata obbligatoria
no, in quanto galassia non siamo obbligati ad avere un sensore in grado di vedere l’emissione di idrogeno ionizzato H-Alpha. Se abbiamo una camera astronomica o una reflex modificata, il risultato è sempre migliore, ma per le galassie non siamo obbligati alla modifica.
Filtri astronomici da utilizzare
Per le galassie sempre filtri a banda larga, per raccogliere più colori possibili, salvo esperimenti particolari in banda stretta per realizzare canali H-Alpha o addirittura Oiii da aggiungere all’RGB tradizionale. Se avete un cielo molto inquinato le galassie saranno difficili per voi, potete provare filtri dal taglio “intermedio” tipo UHC-S, ma rinunciando già a parti abbondanti dello spettro.
Nulla vi vieta addirittura di provare con filtri multibanda stretta per camere a colori, ma la rappresentazione che otterrete sarà discutibile. Le galassie hanno un’emissione in banda larga, per tanto ha senso fotografarle potendo raccogliere il maggior numero di colori possibili, se non potete farlo valutate di spostarvi sotto cieli migliori.
Per i più esperti
Come per quasi ogni galassia ci troveremo davanti a dettagli molto fini da acquisire e tipicamente a scene con gamma dinamica relativamente contenuta (restando nell’ambito dell’astrofotografia deep-sky).
Per la seconda condizione, se avete una camera astronomica CMOS per astrofotografia, sarà probabilmente ottimale utilizzare una modalità di gain non a zero. Questo ridurrà complessivamente l’estensione della gamma dinamica registrabile, separando però meglio deboli sfumature molto vicine tra loro. Dedicandosi a registrare e a separare meglio le sfumature al di sotto del 50% di grigio, sacrificheremo un po’ i bianchi (potremmo trovarci con i nuclei stellari più o meno bruciati).
Per intenderci, rispetto ad esempio ai tre preset ZWO, utilizzate il preset che imposta il gain nel punto il cui il read noise scende vistosamente.
Questo preset corrisponde a volte all’unity gain della camera, ma non è una regola e dipende dalle caratteristiche generali del sensore. Per identificare la regolazione di gain identificate sui grafici della vostra camera il punto nel quale il read noise crolla improvvisamente, come si vede chiaramente in questo esempio nel grafico rosso.
Per la prima condizione invece potreste sperimentare nuove tecniche e divertirvi, tentando anche qualche prova di lucky imaging, riducendo il ROI e impostando pose brevi e gain alto (restate sempre sopra a 1-2 secondi di esposizione), per ottenere un’immagine che sacrificherà le deboli polveri a vantaggio della puntiformità dei dettagli scolpiti nelle spirali. Senza rinunciare comunque ad una sessione tradizionale a lunga posa (da utilizzare come base principale), potrete poi cercare di unire le due acquisizioni in un’immagine finale che conservi il meglio di entrambe le tecniche.
Per questo genere di acquisizioni io utilizzo la versione completa di Sharpcap che nella parte di live stack permette di gestire la guida con dithering e vi consente anche di salvare i singoli frame per montarli in seguito con PixInsight o Deep Sky Stacker.