Il GSO RC8 Carbon Tecnosky è un telescopio Ritchey-Chretien per astrofotografia deep sky a 1600mm di lunghezza focale. Ho avuto la fortuna di poter utilizzare questo strumento per circa 8 mesi, durante i quali ho potuto metterlo alla prova su innumerevoli soggetti astronomici. Sia in banda larga, sia in banda stretta.
Prima di tutto vi ricordo qui sotto la recensione video che trovate sul mio canale YouTube.
Le immagini che vedete nel filmato le trovate tutte nel mio portfolio fotografico, una sezione dove ho suddiviso le mie immagini per ottiche, filtri astronomici e camere CMOS astronomiche.
Il telescopio GSO RC8 Carbon Tecnosky per astrofotografia deep sky è nato da una collaborazione tra GSO e Tecnosky. L’intubazione della prima viene ottimizzata dal focheggiatore V-Power della seconda, restituendo nel complesso uno piccolo strumento dalle potenzialità interessanti.
Non ero convinto, prima di provarlo, che un Ritchey-Chretien da 8” avrebbe potuto sorprendermi nei risultati…
…ero dell’idea diffusa che il diametro contenuto offrisse più limiti che vantaggi e che non mi avrebbe permesso di realizzare immagini di gran qualità. Nonostante le caratteristiche di uno schema ottico che restituisce senza dubbio prestazioni elevate su diametri abbondanti, questo piccolo RC8 ha saputo invece distinguersi. Con i suoi 1600mm di lunghezza focale, 200mm di diametro, un rapporto focale f/8, l’intubazione in carbonio e un focheggiatore dalle prestazioni decisamente migliorate rispetto alla normale versione GSO. Quest’ottica mi ha fatto divertire ed è capace di dare accesso ad una lunga focale anche su montature dalla portata limitata.
Dovrete fare attenzione ad eseguire dei flat corretti perché questa configurazione ottica vi lascerà sulle immagini dei cerchi concentrici fastidiosi da correggere in assenza dei flat. Come fare buoni flat?
La ricetta generale è sempre la stessa:
…stesso gain dei light, possibilmente stessa temperatura di raffreddamento assicurandosi di raffreddare lentamente e prevenire fenomeni di condensa o sensor frost. Utilizzare possibilmente una flat box che garantisca l’illuminazione omogenea del treno ottico. Se si ha possibilità è bene eseguirli al buio circostante per evitare infiltrazioni di luce e mantenere con i moderni sensori CMOS IMX di Sony che troviamo nelle camere astronomiche CMOS, tempi di esposizione superiori al secondo. Infine impostare (se si può gestire l’opzione) un numero di ADU adeguato al profilo di gain impostato, che di norma corrisponde a circa il 60%-70% della FWC (il calcolo corretto tiene conto della FWC, ma anche del rapporto e-/ADU). Si consiglia sempre di portare la campana poi verso il centro del nostro istogramma, un consiglio corretto in linea generale poiché permette una buona estensione della campana stessa ed evita che si esca dal range dinamico della camera, finendo addirittura per sottoesporre i neri o bruciare i bianchi.
Se volete sperimentare l’argomento ADU vi consiglio di iniziare da questo calcolatore.
La creazione di buoni flat era l’unico timore che avevo nella prova di questo telescopio, ma ammetto di essere stato efficace (o fortunato) ad ottenere con la mia flat box immagini subito buone per correggere bene i miei light ed iniziare così a produrre le prime immagini fotografiche.
Questo piccolo GSO RC8 Carbon Tecnosky per astrofotografia deep sky mi ha divertito e mi ha permesso di iniziare a fare fotografia astronomica a 1600mm, convincendomi a passare poi ad una versione da 10”, attualmente in prova nel momento in cui vi scrivo.
Se siete curiosi su questi piccolo Ritchey-Chretien e volete saperne di più, potete guardare il video qui sopra. A presto!