“Flat e Darkflat come farli e curiosità su camere astronomiche CMOS per astrofotografia” lo trovate anche in versione video sul mio canale YouTube:
Ecco alcune indicazioni che rispetto per ottenere ottimi scatti di calibrazione per le mie immagini. Potreste avere altri metodi e differenti esperienze, ma questo è ciò che mi permette di ottenere immagini ben calibrate, un punto di partenza che vi sarà utile se avete appena iniziato a praticare astrofotografia.
Gli scatti di calibrazione flat
- Utilizzare lo stesso gain e offset degli scatti light.
- Rispettare orientamento della camera, tubo e messa a fuoco degli scatti light.
- Raffreddare la camera alla temperatura degli scatti light.
- Illuminare l’ottica con una sorgente luminosa veramente diffusa e omogenea.
- Realizzare flat dedicati a ogni filtro.
Per molte moderne camere CMOS per astrofotografia è necessario osservare tempi di scatto superiori al secondo per fare buoni flat. Per tanto sarà fondamentale avere una fonte di illuminazione perfettamente diffusa, ma soprattutto molto dimmerabile.
Nella mia esperienza ho imparato a fare ottimi flat di notte utilizzando sia delle flatbox “vere”, nel mio caso la flatbox Artesky, sia sistemi auto-costruiti. Non realizzo flat attraverso la tecnica dello Sky Flat.
Spesso la maggior parte delle difficoltà nella realizzazione dei flat, specie per chi inizia, sono dovuti a una sorgente non adeguata di illuminazione, a infiltrazioni di luce o a tempi di esposizione sbagliati. Riguardo i tempi di esposizione posso consigliare a chi è alle prime esperienze di mantenere la stessa indicazione utile per le comuni reflex: portare la campana poco prima del centro dell’istogramma. Il problema però sorge quando dobbiamo anche mantenere tempi di scatto sopra al secondo.
Per far quadrare tutto quindi, se vogliamo auto costruirci la flat box, dovremo ottenere un sandwich di differenti strati che, seppur possano partire da una normale tavoletta luminosa economica trovata online, possano successivamente filtrare, diffondere e attenuare la luce. Aggiungere plexiglass con spessi fogli alla nostra tavoletta luminosa permetterà di fare tutto quello di cui abbiamo bisogno. Abbasserà l’intensità luminosa, romperà il flickering dei led della tavoletta e aiuterà a diffondere meglio la luce.
Riguardo gli ADU
Nella mia esperienza la variazione degli ADU al fine di ottenere buoni flat è poco rilevante. Se restiamo nel range dinamico del sensore avremo probabilmente una linearità tale da non ritrovarci con risultati diversi al variare degli ADU. Nel 90% dei casi se avete problema con i flat, il problema è nella fonte di illuminazione o dovuto a infiltrazioni luminose.
Attenzione alla condensa
Ricordatevi di raffreddare la camera con una rampa lenta, specialmente se ci capita di fare i flat il giorno dopo. Potrebbe crearsi condensa sulla finestra della camera o ghiaccio sul sensore con un raffreddamento troppo repentino e compromettere completamente i nostri scatti flat.
Gli scatti di calibrazione darkflat
Nulla di complesso per questo tipo di scatti: oscurate l’ottica con il tappo oppure il sensore della camera direttamente, e realizzate 30-40 scatti dark con le stesse specifiche dei flat.
Questi scatti potranno essere riutilizzabili anche nel caso in cui ruotiate la camera o cambiate filtro e messa a fuoco. Dovrete soltanto assicurarvi di rispettare temperatura, gain, offset e tempo di esposizione.
Ricordate che sul mio canale YouTube troverete altri consigli e che nel blog di questo sito potrete leggere altri articoli dedicati ai flat. Buone foto!
Flat e Darkflat come farli e curiosità su camere astronomiche CMOS per astrofotografia