La nebulosa Aquila M 16 con i suoi Pilastri della Creazione è l’icona che mentalmente ho sempre associato al telescopio spaziale Hubble e all’astrofotografia. Se non avete mai visto (cosa piuttosto improbabile) il lavoro della NASA svolto su questa straordinaria nebulosa, correte subito a cercarlo online, equivalente a quello realizzato sulla nebulosa Bolla.
In questa regione H II localizzabile nella costellazione Serpente si trova un ammasso aperto di stelle e differenti componenti di gas ionizzato che rendono la nebulosa Aquila ideale non soltanto per la fotografia in banda stretta, ma anche per il montaggio Hubble Palette.
I Pilastri della Creazione, le colonne di gas presenti nella parte centrale, sono originate dal vento stellare dell’ammasso che contiene giovani stelle e dove avvengono continui processi di formazione.
La nebulosa è un oggetto del cielo estivo, culmina a mezzanotte verso metà luglio ed è identificabile nel cielo con un binocolo (da cieli non troppo inquinati) e da piccoli telescopi.
Consigli per astrofotografia sulla Nebulosa Aquila M 16 e i Pilastri della Creazione
Nome: Nebulosa Nebulosa Aquila e i Pilastri della Creazione
Catalogo: M 16, NGC 6611, Sh 2-49
Tipologia: nebulosa diffusa e ammasso aperto di stelle
Magnitudine: 6.0
Periodo per fotografarla dall’Italia: culmina a mezzanotte a metà luglio, il periodo ideale per fotografarla va quindi da giugno ad agosto.
Lunghezza Focale consigliata con sensore APS-C da 23.6×15.6mm: dai 150 mm in su, per vederla di una dimensione soddisfacente insieme alla nebulosa Omega. Dai 500 mm in poi per focalizzarsi sui particolari della nebulosa Omega.
Reflex modificata obbligatoria: CONSIGLIATA, nonostante l’abbondante presenza di ossigeno visibile anche a sensori tradizionali, sarà utile poter raccogliere la forte emissione H-Alpha dell’idrogeno ionizzato.