La nebulosa Cigno, Aragosta, Ferro di Cavallo o Omega, catalogata come M 17, è forse la nebulosa del cielo con più nomi in assoluto!
Solca il cielo estivo nella costellazione del Sagittario e raggiunge una magnitudine notevole, tanto che può essere osservata anche con un binocolo.
In astrofotografia questa regione ionizzata si presenta come un faro, tanto che dovrete fare attenzione a non bruciare il nucleo durante le vostre lunghe pose fotografiche, anche in banda stretta.
Essendo una nebulosa diffusa particolarmente grande, Omega M 17 può essere fotografata anche con focali contenute. Così come la nebulosa Aquila, a pochi gradi di distanza, la troverete a portata dei vostri telescopi nel periodo estivo, con un culmine a mezzanotte circa a metà luglio. Chiaramente contenendo tanto materiale gassoso di idrogeno ionizzato, predilige sensori modificati per astrofotografia, in grado quindi di poter “vedere” l’emissione H-Alpha dello spettro elettromagnetico.
In questa immagine ho raccolto 35 pose da 300” con un filtro H-Alpha da 7nm e 22 pose da 300” con un filtro Oiii da 6.5nm. Con una camera CMOS astronomica monocromatica e filtri selettivi a banda stretta, ho compensato l’altezza contenuta di questo oggetto nel mio cielo Modenese ricco di inquinamento artificiale.
Consigli per astrofotografia su la nebulosa Omega M 17
Nome: Nebulosa Omega M 17 o nebulosa Aragosta, Cigno, Ferro di Cavallo
Catalogo: M 17, NGC 6618, Sh 2-45
Tipologia: nebulosa ad emissione
Magnitudine: 6.0
Periodo per fotografarla dall’Italia: culmina a mezzanotte a metà luglio, il periodo ideale per fotografarla va quindi da giugno ad agosto.
Lunghezza Focale consigliata con sensore APS-C da 23.6×15.6mm: dai 150 mm in su, per vederla di una dimensione soddisfacente insieme alla nebulosa Aquila. Dai 500 mm in poi per focalizzarsi sui particolari della nebulosa Omega.
Reflex modificata obbligatoria: CONSIGLIATA, nonostante l’abbondante presenza di ossigeno visibile anche a sensori tradizionali, sarà utile poter raccogliere la forte emissione H-Alpha dell’idrogeno ionizzato.