Filtro Optolong L-Pro e L-eNhance, quale scegliere? Sono uguali? In cosa si differenziano e come posso capire quale fa per me?
In questo nuovo articolo vi parlo in un modo molto semplice e senza andare troppo sul tecnico delle differenze fra i filtri Optolong L-eNhance e L-Pro.
Sono due filtri molto differenti, ma entrambi molto apprezzati e credo possa essere interessante per voi capire le differenze che li contraddistinguono, per aiutarvi nella scelta e farvi capire anche per cosa rispettivamente possono essere adatti oppure no.
Innanzitutto è importante stabilire le differenze tra un filtro banda larga e un filtro dalla stretta.
I filtri servono per contenere l’inquinamento luminoso, non soltanto delle luci artificiali ma anche della Luna. L’articolo di oggi si concentra sull’ambito della astrofotografia a largo campo oppure deep sky, quindi dove si fotografa lo spazio profondo e oggetti come nebulose, galassie e ammassi globulari.
Non stiamo quindi parlando di filtri per l’imaging planetario o per l’osservazione.
I filtri banda larga sono stati concepiti con una filosofia a monte che prevede di creare un filtro che blocchi le emissioni delle luci artificiali principali, sodio ad alta e bassa pressione e mercurio.
Ogni fonte luminosa in sostanza ha una sua frequenza, una sua emissione precisa sullo spettro elettromagnetico. È bastato quindi creare un filtro che bloccasse quella precisa emissione per ottenere una serie di filtri contro l’inquinamento luminoso a banda larga che fanno passare tutta la luce tranne quella emessa da specifiche sorgenti.
Optolong L-Pro è un filtro a banda larga, quindi è un filtro molto efficace che permetterà di e contrastare l’ingresso della luce emessa dalle lampade a sodio a bassa pressione e mercurio, e in parte anche del sodio ad alta pressione. In parte perché il sodio ad alta pressione ha una distribuzione sullo spettro elettromagnetico più ampia e quindi lo si blocca in parte.
Il concetto del filtro a banda larga quindi è di limitare il più possibile il taglio della luce d’ingresso, consentendo il passaggio di più luce possibile.
I filtri a banda stretta sono sempre partiti da un concetto diametralmente opposto. Si tratta infatti di filtri in cui si va a bloccare tutta la luce d’ingresso tranne le emissioni che ci interessa fotografare.
Dove abbiamo delle emissioni precise da fotografare? Sulle nebulose, perché le nebulose sono composte principalmente da gas ionizzato, il più delle volte idrogeno, ossigeno, zolfo e altri componenti minori. I gas ionizzati emettono su punti precisi dello spettro elettromagnetico. È bastato perciò realizzare filtri che bloccassero tutto tranne quel quella precisa emissione per ottenere filtri che, ad esempio, permettessero l’ingresso soltanto dell’idrogeno ionizzato, o soltanto dell’ossigeno.
Si ottengono così immagini molto corpose, pulite e con un segnale molto forte sulle nebulose, perché eliminando qualunque altra luce in ingresso ci si può concentrare al 100% soltanto sulla raccolta di quel gas specifico. In quali condizioni si usano questi filtri? Da cieli molto molto inquinati dove serve un taglio molto più netto sullo spettro elettromagnetico in ingresso oppure anche da cieli buoni se si vuole andare ad impreziosire degli scatti fatti con un filtro a banda larga.
Questi filtri a banda stretta sono differenti dai tradizionali che siamo abituati ad utilizzare, essendo ideati per camere a colori e non per sensori monocromatici.
Come funzionano? Sono dei filtri a multibanda stretta: in un unico filtro passa contemporaneamente l’idrogeno e l’ossigeno, ma si elimina comunque tutto il resto.
Gran parte dello spettro elettromagnetico in ingresso viene eliminato, ma il passaggio consentito non è di un solo gas bensì di almeno 2. Questo permette di generare già delle immagini a colori, in particolar modo il filtro L-eNhance in contrapposizione all’L-Pro è proprio uno di questi filtri a banda stretta a multi banda passante, che permette il passaggio dell’idrogeno ionizzato sotto due frequenze, H-Beta e H-Alpha, e dell’ossigeno ionizzato.
Quando si può fare banda stretta? Chiaramente su oggetti che emettono su parti precise dello spettro elettromagnetico, perché se fotografate un oggetto con milioni di colori non ha un senso utilizzare un filtro che ne vede solo due. Se invece un oggetto è formato da quattro o cinque colori (so che sto estremamente semplificando) può allora aver già più senso utilizzarlo.
In generale quindi filtri a banda stretta per oggetti nebulari, supernova remnant, planetarie e nebulose emissione. Non vanno bene per galassie e ammassi globulari.
Il filtro L-Pro invece è adatto a qualunque utilizzo, facendo attenzione bene che se le vostre condizioni del cielo sono drammatiche il filtro non impedirà al fortissimo inquinamento di entrare lo stesso della vostra fotografia.
Per maggiori informazioni e capire quale scegliere tra il filtro Optolong L-Pro e L-eNhance, consiglio di guardare il mio filmato comparativo su YouTube:
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E poi…