Con la regola del 600 potrai avere un’indicazione per calcolare il tempo massimo di scatto per fotografare il cielo notturno ed ottenere le stelle puntiformi sulle tue fotografie.
ATTENZIONE: la regola del 600 utilizza il formato del sensore e la focale apparente per ottenere i tempi massimi di scatto. Questa regola oggi è piuttosto obsoleta.
Un calcolo corretto si dovrebbe basare sulla focale e sulla dimensione dei pixel.
Se vuoi saperne di più, leggi qui: “Perché la regola del 500 o 600 non funziona!”
Esiste in astrofotografia la possibilità di poter fotografare il cielo notturno senza per forza disporre di un astro inseguitore o di una montatura equatoriale? Di uno strumento quindi che permetta di seguire le stelle alla vostra strumentazione fotografica?
Lo strumento fondamentale in astrofotografia, quello che per forza la distingue da tutti gli altri ambiti fotografici, è proprio la montatura equatoriale o l’astro-inseguitore.
Uno strumento quindi che sta alla base della vostra camera di acquisizione, della vostra macchina fotografica, e che permette di muovere il vostro setup esattamente con lo stesso movimento della Via Lattea durante la notte. In questo modo alla vostra macchina fotografica le stelle sembreranno apparentemente ferme e potrete quindi eseguire scatti a lunga posa, elemento necessario in fotografia notturna dove dovrete collezionare fotoni da soggetti molto deboli.
Per chi di voi non dispone ancora di uno strumento che permetta di inseguire le stelle, e non ha ancora deciso che cosa acquistare o non può ancora permetterselo, esiste la possibilità di iniziare a fare i primi esperimenti notturni di astrofotografia. Esiste una linea che è chiamata regola del 600, spesso la troverete anche nominata come regola del 500 o del 400, vi spiegherò i motivi di questa confusione.
Quindi come utilizzare la regola del 600?
La regola del 600 prevede che voi fotografiate esclusivamente con la vostra macchina fotografica, un obiettivo che avete scelto, e il vostro cavalletto fotografico, quindi nessuna montatura equatoriale, nessun astro-inseguitore, nessun movimento durante la notte del vostro setup. La regola da spiegare di base è molto semplice: vi calcolerà dopo quanti secondi, in base alla lunghezza focale dell’obiettivo che andrete a montare e del tipo di corpo macchina che utilizzerete, sul vostro scatto le stelle inizieranno ad allungarsi, ad apparire strisciate, a comparire quindi star trail.
Se il nostro scopo è quello di ottenere scatti notturni al cielo cercando di mantenere le stelle puntiformi, ecco come funziona la regola del 600: dovrete prendere questo numero e dividerlo per la lunghezza focale apparente. Se utilizzate una full frame la lunghezza focale apparente equivarrà a quella reale, quindi alla lunghezza focale del vostro obiettivo.
Utilizzando un 50 mm, ad esempio, dovremo fare semplicemente 600 diviso 50, scoprendo così che con una macchina fotografica full frame e un obiettivo da 50 mm avremo a disposizione uno scatto da ben 12 secondi, prima che le stelle inizino ad allungarsi.
La cosa cambia, e vi spiego perché si parla di focale apparente, quando utilizzate ad esempio una aps-c
oppure una macchina fotografica 4/3. Secondo questa regola dovrete moltiplicare la lunghezza dell’obiettivo per il fattore di crop della vostra macchina fotografica aps-c o 4/3. Si moltiplica la focale x2 in caso di macchina 4/3 oppure lo si moltiplica per 1.6 nel caso di aps-c Canon e 1.5 in caso di aps-c Nikon.
Che cosa significa?
Ripetiamo il nostro esempio con un obiettivo fotografico da 50 mm. Se la nostra macchina fotografica è una canon aps-c dovremo moltiplicare 50 per 1.6 ottenendo così come numero 80. Questo sarà il numero per il quale noi divideremo 600. Dividendo 600 per 80 scopriremo che avremo a disposizione poco più di 7 secondi, rispetto ai dodici secondi messi a disposizione con un sensore full frame. Questo perché il fattore di crop della aps-c di fatto ingrandisce il nostro campo di ripresa e quindi le stelle si muoveranno apparentemente più rapide e da qui la necessità di mantenere dei tempi più rapidi per poter avere delle stelle puntiformi sulle nostre fotografie.
La stessa cosa funziona in caso di formato aps-c Nikon, dove 50 x 1.5 darà come risultato 75 e divideremo così 600 per 75.
Quando si parla di formati invece 4/3 dovrete moltiplicare x2, perciò il nostro 50mm diventerà un 100mm e ci renderemo conto di avere a disposizione soltanto 6 secondi di scatto a parità di lunghezza focale dell’obiettivo prima che le stelle inizino a strisciare.
Per praticità con le vostre full frame potrete continuare a dividere 600 per la lunghezza dell’obiettivo mentre se non vorrete fare grandi calcoli ricordate che per aps-c Nikon potrete dividere semplicemente 400 per la lunghezza del vostro obiettivo, utilizzerete invece il numero 375 per i formati aps-c Canon e 300 per quanto riguarda invece le macchine fotografiche 4/3.
Veniamo ai motivi per cui spesso online si trovano queste stesse regole spiegate ma con un nome differente: regola del 400, regola del 500, c’è un po’ di confusione e non si capisce spesso il motivo di questi nomi.
Semplice le stelle durante la notte compiono il loro percorso intorno alla stella polare e in questo modo, con questo moto apparente, vedremo muovere più lentamente le stelle prossime alla stella polare e invece più velocemente le stelle che sono più distanti dalla stella polare.
Per questa ragione se otterrete buoni risultati utilizzando questa regola in una zona di cielo abbastanza vicina alla stella polare, queste impostazioni potrebbero non funzionare altrettanto bene se vi sposterete a fotografare in zone distanti.
L’altro motivo importante da tenere a mente è che questa regola è fondamentalmente OBSOLETA, adatta ai tempi della fotografia analogica su pellicola e poco adeguata a quella digitale moderna. All’inizio dell’articolo troverete nel riquadro rosso un link ad una pubblicazione che vi spiega come sostituire questa regola con un metodo di calcolo aggiornato ai tempi moderni.
Ricordate che per fare fotografia notturna a largo campo di questo tipo dovrete obbligatoriamente trovarvi in zone con un basso inquinamento luminoso.
Farete davvero fatica a poter realizzare una foto che ritragga la Via Lattea, o parte di essa, quando si fa fotografia notturna a largo campo da zone inquinate. Cosa che invece è possibile fare lo stesso quando si fa astrofotografia deep-sky ad alti ingrandimenti con telescopi, perché si inquadra una porzione allo zenit molto contenuta di cielo e in quel caso l’inquinamento circostante può essere meno rilevante.
In queste situazioni invece dovrete trovarvi un posto isolato, pulito, con un cielo bello scuro, cosa difficile da fare in Italia in effetti, ma cercando ad esempio con il sito lightpollutionmap.info avrete un aiuto sulle zone più buie vicino a casa vostra dove potrete andare a fotografare.
Come nella fotografia tradizionale il vostro metro di misura è l’istogramma.
Per capire se avete i tempi corretti di scatto oppure no quindi regolate gli ISO in base alle vostre prove fotografiche e all’aspetto del l’istogramma per capire se state sottoesponendo oppure sovraesponendo. In ultimo un filtro per l’inquinamento luminoso potrebbe ridurre l’impatto dell’inquinamento sulle vostre fotografie, anche nelle zone più buie del nostro paese un filtro di questo tipo vi aiuterà molto ad ottenere risultati migliori.
Il video pratico per fotografare il cielo con la regola del 600 lo trovi qui!