Diablos de Lava | Viaggio fotografico a Lanzarote
Diablos de Lava | Viaggio fotografico a Lanzarote
Jardín de Cactus
César Manrique (1919-1992) fu un artista originario dell’isola che durante la sua vita contribuì a modificare l’aspetto dell’isola grazie ad un percorso artistico orientato alla realizzazione di opere d’arte legate alla natura e integrate al paesaggio.
Il Giardino dei Cactus di Guatiza è uno dei migliori esempi del suo ingegno, un luogo protetto, un giardino segreto dove scoprire la varietà e la forza delle piante modellate dal vento e dal sole che lottano contro un rigido ambiente naturale.
Una delle prime tappe del viaggio mio e di Valentina: i cactus. Eroi che sfidano la roccia e la sabbia vulcanica, il vento costante e i lunghi periodi senza pioggia. Ci sono più di 700 specie differenti di piante e fiori sull’isola e basta poco per accorgersi che questo è un luogo dove la natura sa stupire.
Volcan el cuervo
Una vista su la Caldera del Cuervo, o Volcan el Cuervo. Al centro di uno dei punti panoramici migliori dell’isola per godere di una vista che si estende fino al lontano parco nazionale del Timanfaya. Questa immagine è stata realizzata da un punto panoramico unico, situato sulla punta della Montaña Negra raggiungibile a piedi con un trekking.
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Sotto: Caldera del Cuervo. Nelle tre immagini inferiori, partendo da sinistra: (1) Caldera del Cuervo, (2) vista sul vulcano La Corona e le città Haría e Maguez (3) Gallotia Atlantica, lucertola tipica dell’isola.
Una delle tappe più spettacolari del nostro viaggio. In un’isola ricoperta di lava, dove splende il sole tutto l’anno e le precipitazioni si fanno attendere. Tra vento, polvere e ghiaia di lava, camminerete tra queste montagne sentendovi a volte su un altro pianeta.
Stratified City - rofera de teseguite
Los Roferos, i coni vulcanici di Stratified City. Una serie di formazioni rocciose prodotti dall’estroflessione di coni vulcanici che hanno creato un paesaggio naturale estremamente affascinante e insolito nel quale addentrarsi. Dall’indubbio fascino anche fotografico, la Rofera de Teseguite è circondata da alcuni bassi pendii che ospitano altrettante rientranze e piccole grotte.
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Sotto: scorci di Stratified City realizzati con lunghe esposizioni diurne e talvolta con tecniche di focus stacking di lunghe pose.
l'eruzione del timanfaya
Nel 1730 iniziò a Lanzarote un periodo di eruzioni vulcaniche molto intense che nell’arco di circa sei anni sconvolse completamente l’aspetto dell’isola donandole dei panorami che oggi appaiono a tratti quasi lunari. Il vulcano del Timanfaya ha ricoperto di lava una parte consistente del quadrante sud-occidentale dell’isola. Tutto il parco è una distesa di lava di oltre 50 km quadrati.
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Sotto: (1) colata lavica nel parco nazionale di Timanfaya, (2) Montañas del Fuego nel parco nazionale di Timanfaya.
Attendavamo con ansia la visita al Parco Nazionale di Timanfaya. Nel giorno programmato, carichi dell’attrezzatura per realizzare molte fotografie e per camminare a lungo, abbiamo scoperto sul posto che il parco è accessibile soltanto con un tour in corriera di pochi minuti. Il parco non è accessibile a piedi e ci si deve accontentare di qualche scatto a distanza.
gocce e oceani di lava
cueva de los verdes
Nel vostro viaggio a Lanzarote questa è una tappa da non perdere. Potrete visitare 1,3 km di galleria arrivando fino ad una sala concerti. Un auditorium sotterraneo con una tra le migliori acustiche d’Europa, grazie alla presenza di pareti, soffitto e pavimento di lava che conferiscono eccezionali proprietà nell’attenuazione di eco e riverberi.
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Sotto e a sinistra: gocce di lava sui soffitti del tunnel lavico a Cueva de los Verdes.
Facendo i primi passi nel nostro primo tunnel sotterraneo di lava io e Valentina abbiamo subito pensato a un’unica cosa: MARTE.
Sembrava proprio di essersi catapultati in uno dei documentari che amiamo tanto e che mostrano gli studi sui tunnel sotterranei di Marte lasciati dalla lava. Un’esperienza da non perdere se si visita l’isola. Non troppo soffocante per chi dovesse soffrirne e dal fascino garantito.
la bomba vulcanica
Durante l’eruzione del XVIII anche la Caldera Colorada, un vulcano vicino alla Montaña de los Cuervos, entrò in attività. Questo splendido vulcano oggi prende il nome dai suoi pendii di colore rosso sgargiante dovuti alla presenza di ossido di ferro, ma all’epoca dell’eruzione la Caldera Colorada espulse a notevole distanza quella che oggi viene chiamata la “Bomba”. Un macigno alto diversi metri che pare essere una delle rocce vulcaniche espulse più grande tra le isole Canarie.
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Sotto: riprese de La Bomba con lunghe esposizioni diurne.
los diabletes de teguise
Le danze in costume che Teguise ripropone ogni anno a carnevale risalgono a lontane danze rituali degli antichi Mahos, gli indigeni dell’isola.
Mantenute e tramandate nei secoli si sono mescolate alle tradizioni e ai tanti popoli che hanno influenzato Lanzarote. Nate come danze rituali pagane, poi introdotte nella processione del Corpus Domini (fino al 1781) e successivamente bandite e limitate ai festeggiamenti del carnevale. Hanno ricevuto l’influenza e alcuni tratti di tradizioni africane, ma anche americane.
le maschere
Le maschere moderne dei Los Diabletes de Teguise hanno il contorno esterno di un bue, le corna di una capra (storicamente animale simbolo dell’isola) e una lunga lingua rossa.
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A destra: la statua di un Diablo De Teguise posta all’ingresso della città.
Sotto: a sinistra il particolare di un cactus, a destra la chiesa del convento francescano di Teguise.
Abbiamo respirato lo spirito degli isolani accarezzando le pareti delle case bianche, socchiudendo gli occhi al vento, respirando tra le vie di Teguise e nella moderna Playa Blanca. Questa è un’isola che ha tanto da offrire. C’è una storia per ogni porta e finestra, in ogni masso di lava e tra le onde dell’oceano. C’è una natura capace di sorprendere e un intero mondo da scoprire.
Lanzarote – 2022.
note sul PROGETTO FOTOGRAFICO
Il progetto fotografico “Diablos de Lava | Viaggio fotografico a Lanzarote” è stato realizzato nel mese di aprile 2022 sull’isola di Lanzarote. Le immagini sono spesso risultato di lunghe esposizioni diurne, talvolta unendo multi scatti in focus stacking. La strumentazione utilizzata in questo viaggio è stata: Nikon D750, Canon 600D, Fujifilm X-T30 con ottiche Nikkor 12-24 ED, Nikkor 24-70 ED, XF18-55 e ASKAR FMA180. Gli accessori utili per le lunghe pose diurne consistono in una serie di filtri ND, un buon cavalletto (in questo caso Manfrotto 190go!) e telecomandi per lo scatto remoto. In alcuni casi, come per l’ASKAR FMA180, ho utilizzato ottiche spianate full frame completamente manuali. Tecniche di scatto quindi equivalenti al digiscoping, con messa a fuoco manuale su medie focali e scatti remoti con telecomandi esterni, con le relative complicazioni dei lunghi tempi di esposizione, della necessità talvolta di effetturare riprese in focus stacking per “completare” i differenti piani di messa a fuoco degli elementi e il forte vento sempre presente che richiede pazienza e precisione di esecuzione.
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